Il palco è spoglio, come quello di un teatro.
La scenografia è un telo bianco.
Ed al posto della classica sedia al centro della scena, c'è una chitarra.
Il nostro attore è Nicola Manzan, nei panni di Bologna Violenta. Sta su un lato del palco, perchè al centro c'è il telo bianco, sul quale vengono proiettati dei filmati, che raccontano una storia.
E' la storia ad essere protagonista, e Manzan ne suona le emozioni.
Prima dell'uscita dell'album Uno Bianca, sulla rete girava già qualche recensione. Ed essendo l'argomento un po' delicato, era sintomatico ci fossero recensioni critiche.
In generale le critiche servono, ed è giusto ci siano, io non ero d'accordo con quello che veniva scritto, ma sai, io sono un Fan del progetto Bologna Violenta, e quindi la mia opinione potrebbe essere stata di parte, potrebbe esserlo ancora.
Sabato sera però mi sono ulteriormente convinto che quelle critiche, in particolare le più aggressive, fossero totalmente fuori luogo.
La prima parte del concerto di Bologna Violenta, suona le canzoni di Uno Bianca, e non c'è spazio per l'ironia o la provocazione. I brani ed i visual raccontano le violente e grottesche azioni dei fratelli Savi. I calcolatissimi rintocchi di campana portano rispetto alle vittime. Le immagini dell'epoca riportano alla mente un periodo storico che vuol sembrare distante, ma in realtà è proprio dietro l'angolo.
Certo, se non hai mai ascoltato musica Metal in vita tua, (e se sei un giornalista musicale è una grave lacuna)
probabilmente il muro di suono, le distorsioni ed il ritmo sincopato della musica di Manzan ti risulteranno pesanti, forse irrispettose. Ma per raccontare una storia come quella della Banda della Uno bianca, che da qualsiasi punto di vista la si guardi è una brutta storia di violenza, di ingiustificata ferocia, che fa salire la rabbia... la musica scritta dal nostro attore è a dir poco calzante.
In molti, negli anni, hanno cercato di dare una definizione al concetto di Arte.
L'arte è nei quadri, nei teatri, nei film, nei dischi. Ma anche nelle cose di tutti i giorni, nelle mani di mio padre che lavora cercando di creare forme perfette, nelle mani di mia madre che cucina per me cercando di stupirmi ad ogni pranzo.
Beh io non saprei descrivere cos'è quella cosa, quel valore aggiunto che mi fa dire: "Sì, lì c'è arte".
Ma di sicuro so che Uno Bianca, il disco di Bologna Violenta, è un'opera d'arte.
L'uomo senza spina dorsale.
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